“Slot. Diario di un inferno”: quando il gioco si fa dipendenza

“Costruendo la propria gabbia ognuno impara ad amarla.” (Mirko Badiale)

Siamo soliti affermare che il primo passo per sconfiggere una dipendenza sia acquisirne consapevolezza: prendere coscienza del problema – diciamo – è cominciare a risolverlo.

Sciocchezze. Accettare l’esistenza dei propri limiti, delle proprie fragilità, del proprio lato oscuro, non è avvicinarsi alla fine del tunnel, ma semplicemente cominciare a vederne l’entrata. Di qui all’uscita la strada è lunga. Quando intuisci i contorni del tunnel, insomma, stai aprendo una partita a scacchi. E il fatto che tu sia a capo dei bianchi non ti rende prossimo allo scacco matto più di quanto non lo sia il tuo avversario.

Nella sua partita contro la ludopatia, Mariano Casella sembra più volte muovere il pezzo vincente. Eppure, di capitolo in capitolo, non fa altro che vedere le sue pedine cadere l’una dopo l’altra schiacciate dall’avanzata nera della sua dipendenza. Mariano, in altre parole, è un pessimo stratega. Oppure è talmente avvezzo al gioco che sa bene di non avere possibilità contro il Gioco stesso. Si sa già sconfitto, anche se proprio non riesce ad abbandonare il tavolo.

O forse Mariano, proprio quando ha deciso di intraprendere la partita, ha capito che stava lottando contro l’unica amica che gli era rimasta: la slot-machine. Si è spinto troppo oltre perché possa accorgersi che quella bestia meccanica è un’aguzzina e non una sua alleata; è troppo solo per rinunciare alla sua compagnia, sebbene sappia quanto sia deleteria. Allora, inconsciamente, lascia che sia sempre lei a vincere. Si lascia mangiare, scacco dopo scacco; la guarda masticare ogni singolo pezzo della sua vita per poi sputargli addosso la sua dignità mal digerita; continua a offrirsi in pasto a lei, come se solo in quella “bocca” potesse sentirsi ancora vivo e senziente; i suoi organi di senso sono tutti per lei perché solo nell’unione quasi futuristica con quella macchina gli sembra di trovare un motivo per non arrendersi.

E questo è l’inferno: prendere coscienza di quanto il problema sia radicato dentro di noi, di come quel problema sia diventato ormai parte della nostra stessa identità e senza di esso ci sentiremmo nudi e indifesi. Ancora più smarriti, ancora più soli. Perché prima che attecchisse la dipendenza, il “problema” era un innocente semino che ogni giorno annaffiavamo con pazienza nella speranza che ne germogliasse qualcosa di speciale, o che ci facesse sentire tali. E poi quella creatura ci si è rivoltata contro: non è diventata un bellissimo girasole, bensì una pianta carnivora che fagocita il meglio di noi fino a svuotarci completamente, a privarci della nostra libertà.

Slot di Massimiliano Giovanetti non è una lunga e ben scritta pubblicità progresso; non è una denuncia che scappa dalla pagina per andare a urlare nelle piazze; non è un compiaciuto romanzo di formazione; non è un’inchiesta moralista sul mondo dei perduti; non è l’autoritratto-confessione di un povero diavolo. Slot è un quasi monologo, solo un dimesso diario che ripercorre l’inferno personale del suo protagonista e di tutti i “fratelli” dannati che incontra nei trentatré capitoli-gironi della sua catabasi, di chi li circonda e si dimena invano per riportarli in superficie (o forse tutti i personaggi che si affacciano tra le pagine non sono altro che alter-ego di Mariano, magari le innumerevoli voci che si scontrano nella sua coscienza?). Slot traduce in romanzo una realtà che ci ostiniamo a non guardare seppur non troppo lontana dai nostri occhi, dalle nostre case e dai nostri quartieri, dalle nostre scuole e luoghi di lavoro, dai nostri affetti, da noi stessi; è un’incursione coraggiosa in quell’abisso nel quale potremmo scivolare in qualsiasi momento, che ci attrae e respinge al tempo stesso, che ci spaventa e confonde, che può condurre alla catarsi o all’autodistruzione. Da quell’abisso Giovanetti è risalito portando a galla una storia che trasmette emozioni forti e desidera avidamente di esser letta tutta d’un fiato.

Slot – Diario di un inferno (Edigrafema; 2015) sarà presentato il 5 dicembre 2015 a Roma presso la fiera Più Libri Più Liberi (Palazzo dei Congressi dell’Eur). Interverranno l’autore Massimiliano Giovanetti e l’attore Maurizio Micheli.copertina slot

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